Il cloud computing è certamente il fenomeno più dirompente che sta attraversando il panorama dell’IT in quest’ultimo decennio. Spinto dalla consumerizzazione ed abilitato dall’evoluzione della virtualizzazione e dalla ricchezza di banda internet disponibile, questo fenomeno assolutamente industriale sta cambiando le regole del gioco e le cambierà ancora per molto tempo.
Mi trovo a parlare frequentemente con Clienti, partner, analisti riguardo al cloud computing, e mi rendo conto che stiamo gradualmente acquisendo consapevolezza di quella che sarà la portata di questo fenomeno, assolutamente industriale, che avrà un impatto economico sulla società analogo a quello avuto dall’introduzione dei processi industriali in altri settori (la produzione di auto, cibo, abbigliamento).
E’ facile anche vedere come il termine “cloud” stia diventando gradualmente anche una buzzword, un termine marketing per attrarre, che finisce per vestire offerte che, del cloud, hanno proprio poco. Il caso della “Nuvola italiana”, ad esempio, che, di cloud, ha si il modello di fruizione, e l’automazione alla base, ma che non può neppure lontanamente competere con le economie di scala dei cloud provider che domineranno lo scenario nel prossimo futuro.
Se si compara la spesa IT dei due più grandi cloud provider mondiali (Microsoft e Google), ad esempio, con la spesa complessiva del mercato italiano, si comprende la magnitudo di differenza: Durante l’ultimo trimestre dello scorso anno fiscale, Microsoft, da sola, ha speso 1,79 miliardi di dollari in “property and equipment” per i suoi datacenter.
Combinati con gli 1,61 miliardi di dollari di Google abbiamo 3,4 miliardi di dollari, pari a circa la metà del mercato IT nazionale hardware complessivo, ma per un anno.
La quantità degli investimenti che possono essere fatti da chi, peraltro, ha realizzato anche la tecnologia per gestirli, evolverli ed ottimizzarli (Amazon, ad esempio, quella tecnologia la acquista!) è semplicemente troppa. Anche aziende particolarmente ricche ormai utilizzano l’offerta cloud piuttosto che costruirne una ex-novo (Vedi Apple con iCloud che si appoggia su Windows Azure ed Amazon Web Services).
Cambiando punto di vista, quindi, e concentrandosi su cosa è industriale, è evidente che le possibilità di effettuare economie di scala sono enormi, la capacità di impattare sulla filiera dei produttori a monte, anche e, conseguentemente i fornitori di cloud riescono ad ottenere dei prezzi per l’offerta di elementi di base non paragonabili (Costo per GB dello storage, ad esempio) oltre a livelli di sicurezza, affidabilità, compliancy e certificazioni, scalabilità e flessibilità semplicemente di diversi ordini di grandezza superiori a quelli dei datacenter più importanti ma semplicemente “locali”.
Anche per quanto riguarda le spese operative, le OpEx, le possibilità di fare economia sono notevoli: Dai datacenter in Norvegia di Facebook per ridurre i costi di raffreddamento, al raffrescamento per evaporazione del datacenter di Dublino di Microsoft (incredibile da vedere). Oltre a questo, c’è la spinta enorme verso le energie rinnovabili che consentono da una parte di ottenere dei grandissimi risparmi energetici, e dall’altro (e questo mi piace molto) di rendere l’IT un’industria Carbon Neutral, riducendone l’impatto ambientale.
Anche in questo caso, è da notare come, la progressione dell’industrializzazione, stia portando le aziende IT da investimenti minori nelle rinnovabili (pannelli fotovoltaici sui building), ad acquisti da parte di terzi, ad investimenti diretti, come quello, ad esempio del Keechi Wind Project, nel quale Microsoft si impegna direttamente ad acquistare per 20 anni 110 MW di energia pulita per i suoi nuovi datacenter di San Antonio.
Questa svolta è solo una delle continue evoluzioni e sfide per ridurre i costi, ricercare efficienza, aumentare le disponibilità, che, gli enormi investimenti nel cloud stanno portando. Tutti ne beneficeremo (e lo stiamo già facendo con la moltitudine di servizi gratuiti che già abbiamo, Dropbox, ad esempio, è possibile perchè si appoggia ad un servizio cloud!), e il ritmo di crescita sarà incredibile.
Sono tempi davvero interessanti quelli nei quali viviamo!