Open position…

L’azienda che ho il privilegio e l’onore di guidare da ormai 16 anni (SoftJam) quando cominciò a crescere ed a strutturarsi, decise, e fu tra le prime decisioni strategiche, che avrebbe puntato sulla tecnologia Microsoft. Era la fine degli anni 90, e Microsoft aveva una caratterizzazione forte per il mercato cosidetto consumer, quello degli utenti domestici.

Internet, allora, era una realtà ben diversa da allora, Apple non era ancora ripartita, e i telefoni erano “solo” telefoni Sorriso

Una delle intuizioni che avemmo allora (e a pensarci bene, oggi, sembra trascorsa un’era geologica) fu quella che la tecnologia Microsoft avrebbe avuto una rilevanza strategica nell’IT delle aziende. Tecnologie come Exchange, SQL Server e Windows Server sembravano promettenti, così come i primi tentativi di clusterizzazione offerti da NT 4.0.
Ma gli aspetti più stimolanti del seguire il percorso tecnologico portato avanti dalla creatura di Bill Gates, erano certamente più sottili, meno “tangibili”: La passione verso la tecnologia, che si percepiva, si respirava, con questa visione “un PC sulla scrivania di ognuno” di democratizzazione dell’informatica, che si sognava come abilitatore per le comunicazioni di tutti, la voglia di competere in scenari difficili, spesso come veri e propri sfidanti, e questa capacità di rialzarsi da errori clamorosi (Ignorare inizialmente Internet ed il TCP/IP) con una visione comunque molto ampia dell’evoluzione degli scenari portati dalla tecnologia (I libri di Bill Gates sono interessanti ancora oggi, che il mondo è cambiato con una rapidità impressionante).

Ora, appunto, il mondo è capovolto. Il mondo consumer è esploso, porta a molti più ricavi del mondo business, ed altri attori sono entrati prepotentemente nel mercato (Samsung, Apple), e Microsoft si appresta ad una svolta epocale.

Le lacrime recenti di Steve Ballmer e l’emozione di Bill Gates sono un indicatore di quanto entrambi fossero legati profondamente a questa azienda. Il tempo è passato per tutti, ed ora, la cosa buffa è che la Microsoft viene accusata, dal mercato di non mollare il mercato consumer, concentrandosi su un mercato, business, nel quale ha un ruolo rilevante di leader.
Steve Ballmer ha annunciato, ormai da qualche tempo, che entro 12 mesi avrebbe rinunciato alla sua posizione, cedendo il posto ad un nuovo CEO. Lo ha fatto perchè il mercato (finanziario) ha continuato ad esercitare sulla “sua” azienda pressioni notevoli non credendo alla sua capacità di continuare a produrre profitti e valore, così come fatto negli ultimi 20 anni.
Eppure, a differenza di molte altre aziende, Microsoft è cresciuta enormemente come profitti, anche se, come ha detto recentemente Ballmer al meeting degli azionisti(togliendosi qualche sassolino dalle scarpe), nonostante una crescita di 3 volte i profitti (a 21,8 Billion $ da 7.8 Billion $ del 1998), il valore dell’azione è il 60% di allora.

Microsoft è stata incredibile come azienda, in un libro del 2004, divertentissimo “alla ricerca della stupidità” c’è una comparazione tra le classifiche dei maggiori produttori di Software del 1984 e del 2001. Microsoft era seconda nel 1984, ed è l’unica azienda ancora presente nella classifica del 2001. A 12 anni di distanza, avendo cambiato pelle e offerta diverse volte, è ancora la, al primo posto nel 2013.

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Anche tra le aziende IT in generale non se la cava affatto male, resistendo al sesto posto dietro aziende che fatturano di più, ma che, spesso, generano meno profitti.
E tutto questo lo ha fatto cambiando, cambiando, cambiando, cambiando, un caso quasi unico.

Dal punto di vista generale non si può che onorare ed ammirare il lavoro straordinariamente tenace di Steve Ballmer e la visione lungimirante di Bill Gates, però il mercato chiede di più, gli azionisti premono (e per crescere si cedono naturalmente grosse parti del proprio capitale ad azionisti che hanno come obbiettivo di fare “più denaro”, ovviamente) e da qui la sostituzione. Dall’annuncio dello step-back di Ballmer, per capire, Microsoft ha guadagnato in borsa il 34%, un’enormità rapportato ad uno stock price tradizionalmente “statico”, eppure, storicamente, la borsa ha dimostrato più e più volte di non comprendere granchè ne la tecnologia, ne le sue dinamiche ma… è il mercato bellezza.

E ora? What’s next? I due candidati più papabili alla poltrona più scottante ed interessante dell’IT mondiale sono Alan Mulally, l’attuale CEO di Ford, o Satya Nadella già Vice President di Microsoft e in carico dei gruppi Cloud ed Enterprise.
Interessanti i due nomi, molto diversi tra loro: Mulally è un guidatore esperto, 68 anni, sarebbe certamente un traghettatore e non un visionario. Ragionevolmente avrebbe l’obbiettivo di crescere un CEO più giovane e legato all’IT, di fatto ridurrebbe il rischio del cambio di una guida che dura, praticamente, dalla nascita dell’azienda. Il fatto che non sia un uomo IT non viene visto dal mercato come un problema, e tutti si aspettano la vendita degli investimenti che Ballmer difende ancora come strategici ma che la finanza guarda con occhio critico (Xbox e Bing su tutti). Una scelta difensiva ma non necessariamente conservativa.
Nadella, invece, è un “ragazzo di bottega”, entrato in Microsoft a 23 anni, ne ha ora 44, ed ha guidato tutto il percorso “cloud” nel mondo enterprise, sicuramente l’assett più importante che ha in mano l’azienda di Redmond ora. Molto più visionario e giovane, sarebbe invece un volto più carismatico e interessante per riportare una visione forte, in un momento nel quale i competitor tradizionali del mondo business vacillano come visione mentre ne emergono di nuovi da mercati non “tradizionali” (il caso di Amazon nel Cloud). Anche in questo caso, comunque, il mercato apprezzerebbe una scelta poco “Consumer” e molto solidamente enterprise.

E l’outsider? si fanno diversi nomi, ma se dovessi dirne uno che, da una parte mi piacerebbe dall’altra vedo come il più interessante, è Tony Bates, quasi coetaneo di Nadella, ma con molto più “grip” nella Silicon Valley, dove Microsoft, tradizionalmente, ha pochi contatti, ed un percorso di carriera sia in altre aziende un tempo leader e visionarie (Cisco, Skype), che in una posizione maggiormente apicale (CEO di Skype) e quindi più rappresentativa.
Bates oltretutto è europeo! A bocca aperta e ama giocare a tennis….

Tra non molto Microsoft pubblicherà i suoi risultati della prima metà del suo FY14, e ragionevolmente, la decisione sarà presa. Può essere che la strategia di comunicazione legata al passaggio sia cauta, ma è certo che per un salto storico come questo sarà difficile mantenere il riserbo, e quindi eccoci qua ad attendere, con da una parte la certezza che la “nuova” Microsoft avrà un occhio di riguardo per il mondo enterprise, e, per quanto viva e lavori in quel mondo, non so convincermi che sia necessariamente una buona cosa.

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About Andrea Pescino

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