Sono momenti interessanti da osservare per chi vive nell’IT e la segue da tempo. Ci sono in atto cambiamenti così significativi e rapidi che diventa sempre più complesso, inquadrarli, comprenderli e leggerli con gli strumenti che ci hanno permesso di leggere un’evoluzione comunque straordinariamente rapida come quella avvenuta negli ultimi anni.
Uno dei fenomeni più interessanti è quello del Mobile Computing e di come, applicazioni tutto sommato apparentemente non così significative, stanno portando a cambiamenti straordinari, sia nel mercato, che sulla società e su come questa si evolve.
Tre notizie in questi giorni mi hanno colpito: la prima, piuttosto rilevante, è il rifiuto di un’offerta da 3 miliardi di dollari da parte di Snapchat a Facebook.
Per quanto il volume degli utenti di Snapchat sia rilevante (si parla di 400 milioni di immagini scambiate al giorno), la modalità stessa di fruizione è volatile, non persistente, e così è facile che possa esserlo la community. Se domani un’APP offrisse semplicemente uno step in più rispetto ad essa, quanto sarebbe complesso muoversi da un canale di comunicazione ad un’altro?
E’ strano quindi leggere da una parte del rifiuto, dall’altra, anche dell’offerta. Oltretutto, Snapchat non ha affatto un modello di ritorno economico chiaramente definito. Eppure, in soli due anni, ha raccolto ben 150 milioni di $ di fondi, e una quotazione strabiliante e… udite udite, vende un modello che non funziona! (Anche questa è storia, ma la cancellazione delle immagini digitali non funziona “completamente”).
Quindi, riepiloghiamo, un’azienda che non ha un modello di ritorno economico chiaro, con 2 anni di storia, senza alcun fixed asset (si appoggiano a servizi cloud, naturalmente), che propone un paradigma smentibile, viene valutata 2 miliardi di euro e rifiuta l’offerta?
Quantomeno stupefacente.
Se la cosa non vi fa pensare a sufficienza, vi do qualche dato che mi hanno portato a Bruxelles, questa settimana.
L’europa è leader nella produzione di APP, con il 23% di share complessivo del mercato mondiale (e non ci sono vincoli che impediscano a nazioni meno industrializzate di competere, tanto per dare un’idea la APP più utilizzata per scenari di protezione civile è stata scritta a Nairobi), questo mercato, in europa, ha generato 880.000 nuovi posti di lavoro pagati, e un volume complessivo di 10 miliardi di euro, niente male se paragonato ad altri business “tradizionali” e considerando il fatto che è un mercato molto giovane ed estremamente poco maturo.
Veniamo alla terza notizia, proiettata un po’ più in prospettiva:
Durante il Gartner Symposium di questa settimana, l’annuncio un po’ per i giornali è stato che nel 2017 gli smartphone saranno più intelligenti di noi.
Ovviamente si potrebbero spendere parole su una frase del genere
ma la grafica riportata nel loro articolo web è piuttosto interessante:
Naturalmente siamo ancora agli step 2/3 della catena, ma lo scenario è stimolante:
Avere un oggetto che, integrato con il resto del nostro mondo di produttività (Automobile, orologio, occhiali nel futuro, wearable computing, sensoristica esterna), dotato di una ricchezza tecnologica senza eguali (il mio Lumia 1020, al di la della fotocamera della quale parlano tutti e che può rilevare dettagli incredibili, ha GPS, sensore illuminazione ambientale, Accelerometro, Barometro, Giroscopio per la rilevazione delle rotazioni dello smartphone, Sensore di prossimità per lo spegnimento automatico dello schermo durante le chiamate, Magnetometro, 2 fotocamere, microfono ad esclusione di rumore, NFC, bluetooth, non male come dotazione tecnologica portabile), con APP sempre più intelligenti e rapide da consumare, che si appoggiano ad un mercato come quello che sta emergendo (che stimola quindi la creazione di soluzioni software sempre più interessanti) e con la possibilità di appoggiare le stesse a Cloud sempre meno costosi, accessibili e performanti può davvero rivoluzionare completamente il mondo dell’automazione di processo.
Perchè i vigili urbani non fanno le multe con gli Smartphone? Facile pensare allo smartphone come banale “macchina fotografica” (che traccerebbe però anche data / ora, e posizione geografica precisa della contestazione), ma e se fosse possibile rilevare direttamente dalle telecamere di sorveglianza i divieti di sosta in essere segnalandoli proattivamente al vigile urbano e fornendogli un percorso di contravvenzioni da fare?
O perchè non automatizzare tutta la gestione dei parcheggi? Certo il telefono ci può aiutare nei pagamenti mobili, semplificandoci la vita, ma perchè non fornirci anche il miglior parcheggio in funzione di dove è il mio prossimo appuntamento? E perchè magari non arrivare ad anticiparci la sveglia perchè i parcheggi in zona al mio prossimo appuntamento sono pieni?
Le potenzialità sono enormi, certamente per le moderne trasformazioni sociali con le scommesse di startuppers visionari e coraggiosi, ma per trasformare ogni processo di business, innovandolo, e portandolo a nuovi livelli, questo è il ruolo dell’IT di oggi e, certamente, di domani.